L’outfit di Coca Puma è iconico e ha un significato profondo: un cappello a secchio argenteo (i nostri amici modaioli ci correggeranno con “bucket hat”) che le nasconde lo sguardo e un elegante – come del resto la sua musica – vestito tutina bianco. In questa veste si è presentata al pubblico accorso al suo live nel contesto della quarta edizione di Line Up!, la sezione del Romaeuropa Festival che si è svolta dal 26 al 28 settembre presso gli spazi dell’Ex-Mattatoio in zona Testaccio nella Capitale.
Di Coca Puma si parla molto, soprattutto per il suo talento musicale che si esprime in una fusione di generi come nu-jazz, dream pop, nu-soul ed elettronica. Non potevamo perderci il suo live romano, in casa, perché Coca Puma, al secolo Costanza Puma, è un’artista romana e della sua città ci sono frammenti nelle canzoni che ha pubblicato.
Una su tutte, forse la più magnetica ed eterea del suo repertorio, “Lupo Volkswagen”. Dopo l’ascolto di questa canzone, Corso Francia vi sembrerà ancora più poetico e romantico. Le canzoni di Coca Puma ci fanno intuire un suo lato introverso e riflessivo, come nel pezzo “Porta Pia”, “mi hai lasciato qui da sola e non mi hai detto neanche il perché”, un verso che si abbina perfettamente con la sua attitudine e stile d’esibizione. Ritornando al cappello, oggetto scenico evocativo, sappiamo che col tempo è diventato il simbolo del suo progetto artistico. Nelle interviste, ha detto che questo accessorio è come un’antenna che le permette di captare emozioni e ispirazioni dal mondo che la circonda. Dunque, questo cappello non è da considerarsi soltanto una scelta stilistica ma una parte integrante del suo essere artista.
Il set musicale di Coca Puma scorre via come un sogno ad occhi aperti: un’allucinazione buona, una carezza all’anima, un senso di pace e appagamento. Ogni buon concerto, almeno così ci dice la nostra esperienza dopo averne visti parecchi, riserva sempre una sorpresa, di diverso tipo s’intende, dipende da live a live. In questo caso, “l’effetto wow” arriva con la struggente performance su uno dei grandi successi dei Coldplay, “Sparks”, che la stessa artista romana presenta come “una canzone che mi sta molto a cuore”. “Sparks” ha più o meno la stessa età di Coca Puma, uscita nel 2000 e pubblicata all’interno del disco “Parachutes”. Questo brano ha vibrazioni malinconiche e riflessive perché esplora il tema della perdita e della nostalgia in una relazione romantica.
Abbiamo letto in un’intervista che Coca Puma tende ad esibirsi dal vivo con amici e musicisti fidati: ce ne siamo accorti molto bene quando verso la fine del concerto – per la precisione durante “Quasi a casa” – sono saliti a ballare sul palco un gruppo di ragazzi che hanno portato una ventata di allegria e divertimento; un messaggio subliminale che, nonostante le canzoni più o meno intime, la musica è un formidabile collante di umanità e sinonimo di condivisione.